Litanie lauretane

Quella che vogliamo presentare qui di seguito è una preziosa collezione di stampe disegnate nel XVIII secolo da Joseph Sebastian Klauber sui misteri delle Litanie Lauretane. Oltre alle immagini, un commento aiuta a comprendere gli attributi riservati a Maria Vergine nel percorso della meditazione del rosario.

Sancta Maria

Dic mihi, quo appellaris nomine? (Genesi 32)
"Dimmi che nome ti devo dare?"

La risposta è: "Ed il nome è Vergine", seguito da un monogramma fiorito con la "M" di Maria. I due angeli a lato proclamano "Il tuo nome è come profumo di primavera" (Cantiche 1, 3) e, "Il nome ti ha dato nome di una bellissima pianta d'olivo" (Geremia 11:16). Due cantori cantano "ora pro nobis," che è la preghiera d'intercessione per noi tutti, mentre il demonio grida, "Terribile è il suo nome" (Salmi 111).

"Benedictus Dominus, qui hodie Nomen tuam ista magnificavit, ut non recedat laus tua de ore hominum"

"Sia benedetto il nome del Signore, che oggi ha magnificato il tuo nome di mod che esso non scompaia mai dalla bocca del popolo" (Giuditta 15).

Sancta Dei genitrix

La Madre e il Divin Bambino stanno in un medaglione a riflettere l'evento della Natività che è visibile nella parte inferiore.  Sa Dio che Maria proferiscono la medesima verità,

"Ego hodie genui te."
"Oggi ti ho messo al mondo."

"Peperit filium suum primogenitum"

"Ed ella diede alla luce il suo Figlio primogenito." (Luca 2:7)

Sancta Virgo Virginum

La figura di Maria a mezzobusto corona le figure di tre gigli, mentre il Cristo risorto si rivolge a lei: "L'unica mia colomba, la mia perfetta!"

Una schiera di angeli circondano i gigli portando corone e lodando Maria. Notiamo la presenza di santi come Caterina d'Alessandria e Barbara.

L'iscrizione sottostante ci ricorda il numero infinito di vergini consacrate.

"Viderunt eam Filiae, et Beatissimam predicaverunt" 

"Le figlie la videro e la chiamarono beata" (Cantiche 6, 9).

Mater Christi

I due cammei mostrano Maria che allatta e si prende cura di Gesù bambino.

Le due iscrizioni che incorniciano le scene sottolineano l'amore materno di Maria. Gesù è l'amato che riposa sul seno di Maria (Cantiche 1, 13).  Ella lo ha dato alla luce, il primogenito, in povere fasce (Luca 2:7).

"Te in utero novem mensibus portavi, et lac dedi, et alui"

"Ti ho portato nel mio ventre per nove mesi, ti ho allattato per tre anni, di ho cresciuto, educato e supportato"  (2  Maccabei 7:27).

Mater Divinae Gratiae

Maria, il cui mezzo busto è posto sopra una fontana a tre spruzzi, è identificata come lo "scrigno di tutte le grazie" ("In me gratia omnis," Siracide 24).  Questo fatto è confermato dall'angelo dell'Annunciazione,"Gratia plena" (piena di grazia), e da tre raggi di luce emanati dal simbolo triangolare della Trinità, che si trasformano in tre zampilli d'acqua dal cuore di Maria, simbolo della grazia trinitaria e delle virtù teologiche di fede, speranza e carità. L'immagine è quella di Maria come fonte di vita.

"Audeamus ad thronum gratiae"

"Lasciateci procedere verso il trono di grazie" (Ebrei 4).

Mater purissima

La Madre ed il Divin Bambino sono rappresentati nella forma di una luna, con l'iscriziona "Pulchra ut luna" (bella come la luna).

Sotto, due astronomi seduti sulla parte terminale della torre di un osservatorio guardano nei loro telescopi per poi giungere alla conclusione, "Tota pulchra es, macula non est in te" (tu sei bellissima e non vi è macchia in te).

La bellezza è assimilata alla luna come indicato nel Cantico dei Cantici: ". . .bela come l luna, risplendente come il sole" (6:10). La bellezza è sinonimo di purezza. Come la luna riceve la propria luminosità dal sole, così la persona umana (Maria) riceve bellezza e purezza da Dio. In questo senso è comprensibile la frase conclusiva,

"Ciò che Dio ha fatto puro, non potrai chiamarlo impuro (profano)" (Atti 10:15).

Mater castissima

Per sottolineare la castità di Maria, la sua effige è qui rappresentata da due simboli classici della verginità della Madonna, denominati: Hortus conclusus (giardino chiuso) e Fons signatus (fonte sigillata).

Entrambi i simboli sono indicati nel Cantico dei Cantici "Tu sei... mia sorella, mia sposa, giardino cintato, fonte sigillata" (Cantiche 4,12).

L'immagine di Maria e del Bambino sulla cima di un albero con simultaneamente fiori e frutti è simbolo della simultanea presenza di maria come vergine (fiore) e madre (frutti).

"O quam pulchra est casta generatio" 

"Che bella e casta creatura (generazione)" (Saggi 4).

Mater inviolata

Questo è definito grazie all'immagine del Sole, in quanto esiste un rapporto tra Maria ed il Sole ("Sol in Virgine" e "Virgo in Sole"). Il sole, simbolo di Gesù Cristo, risplende nella sua persona virginale (si veda a tal proposito anche il monogramma di Gesù - JHS - sul petto di Maria).

La posizione di Maria rispetto al sole la pone al centro del cambiamento delle stagioni e del tempo, simboleggiati dai segni zodiacali.

Maria, madre inviolata, è specchio senza macchia (Saggi 7).  La luce e il potere dello Spirito Santo attraversono il suo cuore è vengono perfettamente riflesse; ella è l'inviolato passaggio della grazia dello Spirito che porta la luce al mondo (accende infatti una candela) grazie alla sua nascita virginale (virginea generatio).

"Perché ha amato la castità, sarà benedetta in eterno" (Giuditta 15:10).

Mater intemerata

Il simbolo scelto in quest'immagine è quella del figlio che concede alla madre una lancia a forma di croce per combattere delle belve che rappresentano il demonio. Anche se è la Madonna a portare in grembo Gesù, la scrittura ci ricorda che è stato lui a presceglierla dall'inizio ("Possedit me in initio" Proverbi 8:22).

"Portae inferi non prevalebunt adversus eam"

"Le porte dell'inferno non prevarranno su di lei."

Mater amabilis

L'amore di Maria è diretto al suo figlio Gesù Cristo che è rappresentato con lei nel medaglione nel momento della Eleousa (tenernezza). I cuori della Madre e del Figlio brillano di reciproco amore.
Maria è la più amabile e per attestare questo superlativo, ella è comparata alle figure più rilevanti dell'Antico Testamento come ad esempio "Ester, che è di elegante aspetto" (Ester, 2), "Giuditta, che è anch'ella di elegante aspetto" (Giuditta, 8), "Rebecca, che è di squisita bellezza" (Genesi, 24), "Rachele, che ha belle forme e bellezza" (Genesi, 29).

Ad ogni modo, il verdetto del piccolo cherubino è irrevocabile: Maria è "amabilis super omnes" (amabile sopra tutte le cose).

"Amabilis sper amorem mulierum"

"Tu hai ecceduto in amore più di tutte le donne" (2 Re 1).

Mater admirabilis

La Madre e il Figlio nel medaglione sono reminescenza dell'icona della Salus Populi presente nella basilica romana di Santa Maria Maggiore. Il medaglione è affiancarto da due costruzioni di forma piramidale a cui sono appesi degli ex-voto. Entrambe le piramidi sono coronate da cuori fiammeggianti.

Tra le due piramidi vi è la rappresentazione del roveto ardente, simbolo tradizionale dell'inviolata verginità mariana (Esodo 3:2-5). Mosé si inginocchia di fronte al roveto ardente dicendo: "Portami al tuo monte, al posto da te prescelto" (Salmi 42, III, 3). 

La Madre e il Bambino sono simboli di questo luogo d'incontro. Le due piramidi sono come monumenti ardenti e preghiere d'intercessione a Cristo attraverso Maria. Le figure alla base delle due piramidi sono allegorie degli elementi, come ad esempio, aria, terra, acqua. . . .

"Vocabitur nome ejus Admirabilis!'"

"Il suo nome sarà Ammirabile!'" (Isaia 9)

Mater Creatoris

La figura a mezzo busto di Maria con Gesù Bambino siede su delle nubi, con la Madonna che porta uno scettro e Gesù il globo dell'universo. L'iscrizione sull'aureola di Cristo cita: "Egli sostiene tutto con la sua mitica parola," (Ebrei 2).

Gesà Cristo è attorniato da due figure che si inginocchiano ai suoi piedi: San Paolo sulla sinistra proclama "Perciò tutto ciò che è in Cristo è una nuova creazione," (2 Corinzi 5:17). Re Davide, a destra, porta un espressione dell'Antico Testamento "Ad nihilum redactus sum, et nescivi" (Salmi 72); "io non sono nessuno, e nemmeno lo sapevo", evidenziando così il sentimento di nullità dell'Antico Testamento rispetto alla nuova creazione in Cristo. 

Come Maria rientra in tutto questo?  Ella esclama con l'Ecclesiaste, "Egli che mi ha creato ha avuto per disegno di crescere nel mio ventre" (Siracide 24).

Mater Salvatoris

La parte inferiore dell'incisione mostra una scena della Natività, miniaturizzata a riflettere il fatto che la venuta al mondo di Cristo è un evento che in questo istante appartiene al passato.  Il messaggio è però rimasto uguale "Oggi vi è nato il Salvatore". Il Salvatore è infatti presente con la madre nel medaglione centrale attorniato da una corona di spine e dagli strumenti della passione di Cristo (Arma Christi), tra cui riconosciamo anche la borsa dei trenta denari e le corde che servirono durante la deposizione dalla croce. Il medaglione, infatti, è appeso esso stesso alla croce, la medesima croce che Cristo tiene nella mano destra. La citazione sopra la testa di Maria sottolinea che ella non è solo la madre del Salvatore, ma in maniera più intimistica è "mia madre" che conferisce a Cristo bambino il punto di vista di ciascuno di noi.  Cristo è destinato ad essere e chiamato Salvatore del mondo (Genesi 41).

Maria usa a tal proposto le parole dell'evangelista "Darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù, e sarà il salvatore del suo popolo" (Matteo 1).

Virgo prudentissima

Maria, figura autonoma con le braccia aperte in segno del nobile gesto di apertura e invito, presenta la propria doppia caratteristica di vergine (l'Immacolata Concezione indicata da dodici stelle sulla sua testa), e madre (il suo ventre porta il monogramma di Cristo). La sua figura è circondata da un cerchio perfetto che simboleggia la perfezione della conoscenza umana, decorato coi simboli delle scienze (compasso, squadra, globo e telescopio), e con dei cammei che illustrano animali allegorici della prudenza (un serpente, una formica, un gallo).

Vi è un cammeo tra la rappresentazione di Maria e l'illustrazione della parabola delle vergini prudenti che mettono olio alle loro lampade (Matteo 25). Esso rappresenta la testa di Giano, dio romano simbolo di prudenza, rappresentante il passato ed il presente della vita umana.

"Ed era ella come donna prudentissima" (1 Re 25:3 re: Abigail).

Virgo veneranda

La figura di Maria, nell'atto di portare un giglio in mano, è incastonata in un medaglione con iscritto, "Venerabile e Santa" (Numeri, 28).  Sopra, alla sua destra, il Figlio risorto sede sul trono, puntando con un gesto d'invito un secondo trono, a fianco al suo, riservato a sua madre.

Il medaglione è appoggiato sulla Casa di Loreto, posta su una roccia. Ai piedi della roccia si trova un gruppo di devoti inginocchiati in preghiera. Questo gruppo è in contrasto con un altro gruppo di persone insediate da un serpente (il demonio) annidato su un albero. La figura centrale, di schiena all'osservante, chiede aiuto a Maria per combattere il demonio.

"Beatam me dicent omnes generationes".

"Tutte le generazioni mi chiameranno beata"  (Luca, 1:48).

Virgo predicanda

Il cammeo mostra Maria nella postura orante, con le mani incrociate sul petto. Dei putti gioco con delle trombe con iscritto il nome della Madonna e la circondano festanti.

Stto il cammeo si possono distinguere due scene, entrambe destinate a proclamare le preghiere a maria: quella sullo sfondo mostra l'interno di una chiesa barocca, dove il prete annuncia dal pulpito la santità di Maria ("Beatissimam praedicaverunt" Proverbi 31).  Il secondo predicatore, in uno scenario esterno, prega la Madonna.

"La tua preghiera non sparirà dal labbro del popolo" (Giuditta 13).

Virgo potens

L'illustrazione ha evidenti caratteristiche marziali. L'immagine di Maria è riportata su uno scudo, circondato da una serie di armi, archi, bandiere e cannoni.  Maria tiene in mano un bastone da comandante, anche se il motto attorno alla sua testa si riferisce a Cristo riportando "Posso far tutto in Lui." Ai lati della Madonna si nota l'iscrizione "Egli ha fatto cose potenti col suo braccio".

Nella parte inferiore dell'illustrazione troviamo la rappresentazione di due figure femminili che riportano all'Antico Testamento: a sinistra Jael che uccise Sisera, comandante dei Cananiti, forandogli il cranio con un maglio ed un chiodo (Giudici 5:26). La donna a destra è Giuditta che decapitò Oloferne (Giuditta 11:17).

"Nelle tue mani risiedono virtù e forza"  ( 1 Parabole 29).

Virgo clemens

Mani giunte e viso inclinato, Maria suggerisce qui compassione e mitezza. Le varie iscrizioni riportano: "La legge della carità è sulle sue labbra" (Proverbi 31).  Presso il cuore alla base del medaglione centrale leggiamo "Il mio cuore è una forgia ardente" (Salmi 21).  A destra ed a sinistra del ritratto di Maria scorgiamo due animali allegorici che enfatizzano la carità: uno è il pellicano che nutre col suo stesso sangue i suoi piccoli, mentre sull'altro fronte troviamo mamma chioccia che protegge i suoi pulcini. La parte inferiore dell'illuistrazione riporta l'episodio delle nozze di Cana, un riferimento all'attenzione di Maria alle esigenze umane ed alla sua mite intercessione. La scena è affiancata da due iscrizioni addizionali e simboli: "La carità è come l pioggia notturna" dice uno di questi (Proverbi 16). Il motto è visualizzato su una pianta che cresce da una colonna rotta. La seconda scena, sulla destra, mostra Rebecca nell'atto di offrire da bere a persone ed animali col motto "Io provvederò anche l'acqua per i vostri cammelli" (Genesi 24:20).

"Io sarò clemente con quanti cercheranno favore in me" (Esodo 33).

Virgo fidelis

Maria col Figlio è inquadrata in un medaglione a forma di cuore con l'iscrizione "Il suo cuore è fedele" (2 Esdra 9), e, "Donna fedele" (1 Corinzi 7).  La vera ragione di questo titolo di Maria è illustrata però nell'immagine sotto, dove la Madonna è ai piedi della croce, col cuore trafitto da una spada.  Le scene che attorniano a destra ed a sinistra la crocifissione alludono ai miti di Arianna e Teseo, i quali cercarono vita salva nel labirinto di Cnosso, ad indicare che malgrado tutti gli sforzi dell'uomo, l'unica via di salvezza e Cristo ed il suo sacrificio. Da una finestra nell'edificio sottostante si trova re Davide che si calò "....giù da uan finestra, fuggendo sano e salvo" (1 Samuele, 20:12).  Il motto finale è un comandamento alla fedeltà:

"Esto fidelis usque ad morte"

"Sii fedele sino alla morte" (Rivelazioni 2).

Speculum justitiae

Per questo titolo sono indicati i vari significati simbolici dello specchio: (1) purezza dell'anima, (2) conoscenza di sé stessi ed integrità morale, oltre che (3) abilità nel riflettere la realtà.  L'animo di maria è santo e puro, riflette il sole della giustizia (ovvero la perfezione e la santità di Dio) ed è specchio della maestà di Dio (Saggi 7:6).  L'angelo con una bilancia e la spada, solitamente simbolo di giustizia, è in realtà simbolo della perfezione di Dio. In un secondo ovale ombreggiato si vede Satana che si interpone tra Dio e l'uomo, tentando Adamo che rappresenta l'intero genere umano, mentre un angelo sorveglia il suo protetto. Questo specchio non riflette la luce e la perfezione di Dio, bensì l'oscurità ed il peccato, dando una visione errata di Dio e dell'eternità.

Paolo, nella frase sottostante, ci ricorda "Ora vediamo distintamente in uno specchio, ma poi vedremo il faccia a faccia" (1 Corinzi 13:12).

Sede sapientiae

Il titolo “Sede della Sapienza” si riferisce al trono di Salomone. Maria personifica la saggezza sedendo sul trono di Salomone, fatto con avorio ed oro(1 Re 10:18-20).  Maria con questo gesto è ella stessa trono per il suo Figlio, per "il saggio del padre".

Il cammeo della madre con il bambino è circondato da simboli della scienza e della conoscenza (globo, telescopio, squadra). La parte inferiore della facciata architettonica mostra un gruppo di sette figure femminili che stanno attorno ad un trono, che riporta l'iscrizione Verbum, la Parola. Il trono di Salomone non è più immagine della saggezza umana, ma di quella divina dal momento che accoglie la parola di Dio, ovvero il Vangelo. Attorno al medaglione si legge: "Nel grembo della madre siede la saggezza del Padre".

Il motto evidenzia come la “saggezza ha costruito la sua casa; le ha fornito sette colonne" (Proverbi 9:1). Perché queste colonne sono personificate da sette figure femminili? Questo è difficile da comprendere, ma probabilmente l'artista ha voluto semplicemente dare un tono più descrittivo alla vicenda, oppure esse rappresentano le arti liverali. Altra spiegazione le vedrebbe in relazione alle virtù (teologali e cardinali) o ai sette doni dello Spirito Santo (Isaia 11:1-2).

Causa nostrae letitiae

La Madonna è presentata come figura autonoma, forse incinta come sottolinerebbe la scena della Visitazione nella parte inferiore dell'illustrazione. Il medaglione centrale è affiancato da Giuditta con la testa di Oloferne e da Ester che danza e suona il tamburello. Le citazioni alludono alla gioia ed alla festa (Ester 10:10 e Nehemiah 12:43).

Separata da un gruppo di strumenti musicali, la scena dell'incontro tra Maria ed Elisabetta illustra il perché la Vergine è causa della nostra gioia.  Il momento dell'incontro con la sorella, provoca un sussulto di gioia al bambino in grembo (Luca 1:44). Il ruolo di maria come annunciatrice di gioia e redenzione per tutti, è visualizzato con due scene laterali, una che mostra le anime in purgatorio, e l'altra un gruppo di figure del Vecchio Testamento (tra cui Mosé e David) che attendono il Messia. "La nostra tristezza muterà in gioia," dice il motto finale, alludendo al fatto che i padri della chiesa morti prima della venuta di Cristo conosceranno un giorno Dio ed esulteranno.

Vas spirituale

La parola latina “vas”(vescello) si usa solitamente per tradurre il termine greco "skeuos" che indica più ampiamente un bacile d'acqua. Per questo, l'espressione "vasca sirituale" si riferisce a Maria come "strumento dello Spirito Santo" in quanto "agente" dell'incarnazione. “Con e attraverso lo Spirito Santo, la Vergine concepì e diede al mondo il Figlio di Dio”.

L'immagine è completata dalla presenza della colomba dello Spirito Santo che promette l'annunciazione e salvaguardia dello spirito. Maria risponde alla Trinità con le parole di 4 Esdra (4:14), “Se ho trovato grazia in te, inviami lo Spirito”. La figura di Maria esprime sia umiltà (la sua risposta a Dio) ma anche splendore (lo scettro in forma di giglio). Il tavolo è coperto con bacili che alludono al "vas" latino. Essa è il “bacile per un nobile proposito” (Romani 9:21).

Vas honorabile

Il simbolo principale dell'illustrazione è il cammeo con la Vergine che porta sul proprio petto un'ostia radiante: il tutto è inserito in quello che sembra un reliquiario a sottolineare la sacralità della Madonna. L'Immacolata (si vedano le dodici stelle in capo) è ella stessa immagine di Dio ed è il suo onore a rendere Dio visibile agli uomini attraverso lo Spirito Santo e Gesù Cristo. Maria, secondo 2 Timoteo 21 (qui parafrasato), è “bacile per nobili usi (vas in honorem), dedicato, utile alla casa del padrone." Il padrone della casa è Cristo stesso, presente nell'ostia tenuta dalla "vas honorabilis", sua madre Maria.

Vas insigne devotionis

Per questo titolo di Maria, la parola devozione travalica il significato in uso tra gli uomini, ma si trasla in totale dedizione e fedeltà nel servizio a Dio. La professione di fede di Maria, “Io sono nelle mani di Dio” esprime più di ogni altra cosa questo sentimento ed è visibile nel legame profondo che la unisce  nell'immagine del cammeo a Cristo bembino.  La dedicazione totale è anche e soprattutto il saper ricevere la volontà e la grazia di Dio, attitudine che è illustrata nella parte inferiore del disegno con la storia dell'olio della vedova. Su ordine di Elia la vedova versa il poco olio di cui dispone nel vaso che le porge (2 Re 4:5), ma questo non termina, simbolo inequivocabile che nemmeno la grazia di Dio ha fine. Maria è dunque “singolare bacile di devozione” atto a ricevere abbondanza di grazie e sempre puro (“Egredietur Vas purissimum”) (Proverbi 25:4).

Rosa mystica

Maria è comparata ad una rosa mistica, simbolo già presso i primi cristiani del martirio (si veda a tal proposito Cipriano) e del paradiso (catacombe di San Callisto). Il mezzo busto di Maria in questa illustrazione emerge da un grande arbusto di rose piantato in un giardino di stile francese.  Due rose in vaso fiancheggiano l'immagine centrale.

La stessa rosa centrale, sbocciata, serve da trono per Maria riportando il motto: “Apri i tuoi petali come una rosa piantata presso l'acqua che scorre” (Siracide 39:13). Le piante di rosa laterali fanno riferimento al “roseto di Gerico” (Siracide 24:14) ed ai “boccioli in primavera” (quasi flos rosarum) (Siracide 50:8). Maria è qui come "rosa senza spine" (come Sedulius Caelius 430 c.). Il Mistero mariano è ancora una volta quello della sua maternità virginale. L'invito finale è tratto dal libro dei Saggi: "Ci coroneremo di serti di rose" (Saggi 2:8).

Turris davidica

La principale caratteristica di quest'immagine è la torre centrale attorniata da fortificazioni, poggiante su fondamenta di roccia e decorata con scudi.

Il medaglione sovrapposto alla torre mostra un mezzobusto di Maria in postura orante, il tutto decorato con trofei guerreschi: una spada, una bandiera, un elmo, uno scudo, una tromba e persino la testa di Oloferne.

Il simbolo della Torre di David è presa dal Cantico dei Cantici 4:4. Essa è applicata a Maria per simboleggiare il suo ruolo di protettrice di Gesù bambino (Riccardo di San Lorenzo). Maria da inoltre protezione a quanti cerchino rifugio dalle tentazioni e dai pericoli (Alberto Magno). La torre è inoltre simbolo dell'integra verginità di Maria (Salzer 12:21), e poi dell'Immacolata Concezione. Le fortificazioni sono il simbolo delle virtù di Maria e gli scudi sono la valida difesa dal demonio.

Riprendendo Salmi 61, l'illustrazione parafrasa i seguenti versi attribuiti a Maria, "Tu sei torre di fortezza contro il nemico" (Salmi 61:4).

Turris eburnea

L'immagine di Maria in atteggiamento orante è qui protagonista dell'immagine,m indicata da re Salomone che la punta col proprio scettro, affiancato dalla "Torre d'Avorio" che sembra essere parte di un più vasto castello.

Solomone ci consegna le parole "Il tuo collo è come una torre d'avorio(Cantico dei Cantici 7:5). Questa frase è parte della descrizione della bellezza della sposa. L'invocazione, attribuita a Maria nel medioevo, è simbolo di eterna grandezza spirituale di Maria, di bellezza e di forza insieme (J. H. Newman).

Il riferimento a Solomone include l'avorio come materiale col quale egli costruì la sua casa, "Il re aveva inoltre un grande trono d'avorio, rifinito d'oro purissimo" (1 Re 10:18).

Domus aurea

Il medaglione riccamente decorato mostra Maria che impugna uno scettro di gigli ed è posta sopra una struttura barocca che simboleggia la "casa d'oro" (domus aurea). Il Cristo glorioso riporta le seguenti parole, "Questo è il mio luogo di riposo in eterno; qui mi riposerò perché lo voglio(Salmi 132:14).  La seconda iscrizione riporta, "La gloria del Signore riempie la casa di Dio" (2 Cronache 5:14). Entrambe queste citazioni puntano sull'Incarnazione: Maria è la "Casa d'oro" che ha dato alla luce Gesù Cristo ed è il "rifugio sicuro" che è riempito con la gloria di Dio.

La designazione di "Casa d'oro" risale al tabernacolo del tempio di Salomone (1 Rer 6:20-22) che è riportato come il "più santo tra i santi": esso era interamente in oro e Dio lo benediceva.

Il disegno è concluso dalla frase:
"La casa del tempio è tutta d'oro" (1 Re 7).

Foederis arca

Il ritratto di Maria è contenuto nella rappresentazione dell'Arca del'Alleanza, circondata da oggetti e simboli religiosi ebraici. L'immagine della Vergine appare elegante, col gesto della mano che sembra indicare il suo ventre, la vera Arca dell'Alleanza. L'iscrizione a margine riporta, "Destami Signore, vieni nel tuo luogo del riposo, tu e la tua arca magnifica" (Salmi 132:8). 

L'interpretazione mariana dell'Arca dell'Alleanza è conosciuta sin dal Concilio di Efeso (Si veda a tal proposito Proclo di Costantinopoli, 446).  Molte sono le analogie che legano Maria all'Arca del'Alleanza: l'arca è il trono di Dio e Maria è vista come "Christophora"; l'arca contiene le tavole della legge ed il  ventre di Maria contiene la nuova legge dell'alleanza; l'arca era preziosa e d'oro, come l'anima di Maria è adorna di bellezza e virtù; l'arca era simbolo di vittoria e Maria è stata vittoriosa nelle battaglie di Dio (Pio XII); l'arca trova posto nel "sancta sanctorum" del tempio e Maria venne assunta in cielo.

Ianua coeli

L'elaborato portale barocco serve come trono a Maria, la cui effige è circondata da stelle e nubi. Le sue braccia spiegate manifestano la sua apertura e disponibilità a Dio ed agli uomini di buona volontà. La porta è aperta e da su un giardino racchiuso, simbolo della verginità di Maria. L'angelo con lo scudo e la spada fiammeggiante protegge l'apertura del cancello, che si può assimilare alle porte del paradiso. Egli proclama queste parole "Egli ha aperto i cancelli del paradiso" (Salmi 78:23).  Sull'altro lato del cancello troviamo la scala di Giacobbe, con Giacobbe stesso che vi dorme ai piedi e gli angeli che vi si muovono salendo e scendendo (Genesi 28).

L'origine di questa allegoria mariana si trova negli Atti del Concilio di Efeso, 431 (Omelia per l'Annunciazione, 428, di Proclo di Costantinopoli). L'omelia è basata su Ezechiele 44:1-3, e allude al fatto che quei cancelli rimarranno chiusi sin quando il Signore non vi farà il suo ingresso. L'esressione si trova anche nell'"Ave Maria Stella" ("felix porta caeli"), VIII-IX sec., ma anche nell'"Alma Redemptoris" e nella "Ave Regina Coelorum" del XII secolo. 

La frase finae è tratta da Salmi 24, "Alzate le vostre teste, o cancelli."

Stella matutina

La scena narra dell'eterna lotta tra la luce e le tenebre: il mattino sta sorgendo e un gallo anuncia il sorgere del sole, mentre un leone ruggente si allontana e gli incubi della notte (pipistrelli e dragoni) si allontanano tra nubi oscure. Col favore delle prime luci dell'alba, delle navi prendono il largo. Il motto proclama il messaggio di Gesù alle chiese: “Io sono la radice e il fiore di David, la stella lucente del mattino” (Rivelazioni 22:16). Egli è il promesso visto dal profeta Balaam: "Una stella si originerà da Giacobbe". Ad ogni modo, in questa illustrazione questa espressione decora la stella radiante dal busto di Maria che domina il disegno.

"Stella matutina," nota anche come "stella Marina" o "Lux matutina" (12C), e come "stella maris" usata da San Bernardo per spiegare il significato del nome "Maria" suggerisce che ella coi suoi raggi annunci la luce di Gesù Cristo (Malachia 4:3). La gloria della sua luce è luce eterna, e risplnde della luce senza fine dell'amore di Dio.

Salus infirmorum

La rappresentazione di Maria come orante è qui espressa dall'immagine di colei che prega per le intercessioni, ma l'immagine suggerisce anche la compassione di Maria, la sua sofferenza per quanti soffrono: “Quis infirmatur et ego non infirmor” (attribuita a San Paolo). Maria non è dunque la soluzione ultima alla salute ed alla redenzione (salus), ma è Dio stesso che risolve le nostre infermità, come indicato in Salmi 103:3 nella parte superiore.

L'immagine di Maria è circondata dai simboli delle professioni mediche e farmaceutiche. La parte inferiore mette in contrasto la malattia (si noti un uomo malato a letto) e la guarigione (con una possibile allusione al pozzo di Bethesda). Con l'espressione "Salute ai malati" Maria è il vero medico, che però non usa stetoscopio, ma solo la sua santità radiante.

Refugium peccatorum

L'illustrazione mostra Maria nel suo ruolo di avvocato per le cause spirituali e materiali degli uomini. Il cammeo centrale mostra la Vergine con Gesù bambino ed è delimitato da quattro ancore, che sono simbolo di speranza, salvezza e sicurezza per chi pecca.  L'immagine centrale è circondata da cinque scene bibliche, ciascuna delle quali illustra una situazione di pericolo, tentazone o conversione e pentimento: 1) nel cammeo sotto la Madonna notiamo la visione di San Pietro di un grande carro con animali che viene dal cielo (Atti 10:11-12). Pietro cambietà la propria visione delle cose dopo questa apparizione. 2) La miniatura a sinistra di Pietro, mostra un porto sicuro (Salmi 108:30). Quanti si addentrano nel mare hanno la sensazione di perdersi, ma Dio sempre li riporta al porto sicuro. 3) A destra di Pietro vi è la visione di un villaggio con chiesa e castello. Essi sono il simbolo del rifugio e probabilmente riflettono 1 Maccabei 10:13,14 e la fortezza di Beth-zur. 4) La miniatura in alto a sinistra racconta del salvataggio di Nabal, il ricco maligno. Sua moglie Abigail implora Davide di non scagliarsi contro di lui nella sua vendetta. Davide lo rilascia e dice: "Benedetto sia il tuo giudizio e tu stessa che [...] hai fatto si che io non spargessi sangue" (1 Samuele 25:33). 5) La quinta miniatura, in alto a destra, racconta la storia di Adonijah che nel tentativo di divenire re si scagliò contro suo padre David. Abbandonato da quanti lo seguivano, egli si "recò all'altare" per cercare rifugio da Salomone. Salomone fu clemente e disse ad Adonijah "Vai a casa tua" (1 Re 2:49).

Il motto finale ci ricorda che Dio ama tutti gli uomini (Salmi 87:4.) e che quindi è compito di Maria portare l'amore di Dio al mondo e di essere intercessore presso di lui per i poveri peccatori.

Consolatrix afflictorum

Maria è qui indicata come il sole, la consolazione ed il conforto della nostra vita. Questo è il significato della citazione tratta dal libro di Tobia (cap. 10). Il suo ritratto è racchiuso nel disco della luna ed appare evidente il contrasto tra la costanza, la fedeltà e l'immutabilità della fede di Maria contro la mutabilità della faccia della luna. In antichità, la luna era la guida e protettrice dei carrettieri ed in tal modo Maria è anche conforto e guida per gli uomini indicando loro la via da seguire, quella di Dio. Ella guida un pellegrino (in basso a destra) che trova conforto da ciò che lo affligge (Salmi 119). Nelle tempeste della vita (si vedano le navi a sinistra) Maria dispensa grazie a quanti rimangono fedeli a Dio (Giobbe 6:10). La scena del banchetto nella parte inferiore ben si accorda alla citazione "Vi ho implorato per il mio popolo” (Ester 7:3). La regina Ester nella sua lotta contro Haman chiede al re, durante il secondo banchetto, di risparmiare la sua vita e quella del suo popolo. Maria è dunque confortatrice degli afflitti perché intercede presso Cristo di cui è madre.

Auxilium christianorum

La rappresentazione amorevole della Madre col Bambino contrasta con i paramenti militari che circondano le due figure. Stemmi (croci e mezzelune) e armamenti sono reminescenze dei contrasti tra Cristiani e Turchi e della battaglia combattuta a Lepanto il 5 ottobre 1571 che vide la vittoria della Lega Santa sotto la guida di don Giovanni d'Austria contro i Turchi. La vittoria di Lepanto venne ad acquisire un particolare significato mariano perché essa era connessa al mese d ottobre ed al rosario. La medaglia commemorativa porta l'iscrizione "La destra del Signore si è levata, la destra del Signore colpisce con potenza” (Salmi 118:16), e la data della vittoria il 7 ottobre venne prescelta da Gregorio XIII come festa annuale del rosario. Il motto finale evoca il supporto di Dio e ammonisce i nemici sul loro fato: “Qual'è la nazione che si leva contro il mio popolo! Il Signore altissimo li respingerà” (Giuditta 16:17). Papa Pio V aggiunse ufficialmente questa invocazione alle litanie lauretane nel 1571.

Regina angelorum

L'immagine centrale della Madre col Bambino è circondata da una schiera di angeli con una citazione che parafrasa Daniele 7:10: “Centinaia e centinaia lo serviranno, e miriadi attenderanno al suo volere”. Alcuni angeli sono facilmente riconoscibili, come nel caso di Gabriele che porta un mazzo di gigli a Maria che attende con un libro nella mano sinistra. E' presente anche Michele in armatura da cavaliere e Raffaele con il bastone da pellegrino. L'impressione generale è legata al potere ed allo splendore, ma ricorda il motto finale: “Domineremo te (Gideon) e tuo figlio….” (Giudici 8:22).

Regina patriarcharum

Il ritratto di Maria, qui rappresentata come regina secondo il tipico stile barocco, è circondata da due cornucopie piene di corone e scettri su un lato e di emblemi ecclesiastici dall'altro.

Nella parte inferiore vi sono due gruppi di patriarchi: il gruppo a destra rappresenta quelli del Vecchio Testamento come Mosé riconoscibile per le tavole della legge che porta, Abramo e Isacco col legno del sacrificio, o Giacobbe. Il gruppo di sinistra, invece, rappresenta alcuni fondatori di importanti ordini religiosi tra cui sant'Ignazio di Loyola (vestito con paramenti liturgici timbrati col monogramma di Cristo), san Francesco d'Assisi (con l'abito francescano e le mani stigmatizzate) ed altri come san Domenico e sant'Agostino. San Benedetto, patriarca della vita monastica in occidente, e seduto e porta con sé un calice che è il suo attributo più popolare.

Regina prophetarum

In alto troneggia la figura di Davide, coronato e con l'arpa nella mano destra, mentre con la sinistra pone una corona sulla testa di Maria che ha lo sguardo rivolto altrove. Davide pronuncia queste parole dalle Rivelazioni: "La testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia" (19:10). Dalla bocca di Maria escono le parole del Magnifcat: "Egli ha soccorso Israele suo servo" (Luca 1:54).

La parte inferiore del'incisione riporta alcune figure profetiche, tra cui Girolamo col leone e quella che sembra la figura di una sibilla, forse la famosa Sibilla Tiburtina (profetessa di Augusto). Lo sfondo rappresenta Ezechiele nella valle dei morti e la profetizzazione della risurrezione della carne (cap. 37). L'illustrazione è conclusa con la profezia di 1 Corinzi 14:5: "Uno che profetizza è più grande di uno che parla."

Regina apostolorum

Maria sovrasta un gruppo di apostoli riuniti nella sala del cenacolo. La sua postura e continenza la identificano con l'Immacolata, mentre le sue braccia aperte suggeriscono intercessione e mediazione. Le stelle e i raggi di luce come la ruota del tempo scandita dai segni zodiacali che circondano la figura della Madonna, la paragonano alla donna rivestita di sole (Rivelazioni 12:1). La corona sostenuta da un piccolo angelo le conferma il titolo di regina degli apostoli. Nel frattempo, lingue di fuoco e la colomba (simboli dello Spirito Santo), discendono sugli apostoli. Nella scena Maria è piena di grazia e fa riferimento agli Atti 1:14, “Essi perseverarono nella preghiera, Maria, madre di Gesù, era con loro.”

Regina martyrum

Il tema centrale della raffigurazione è la Pietà: Maria, regina dei martiri, offre suo figlio ai piedi della croce, epitome del martirio nel mondo. Dietro di lei, sta la croce vittoriosa. Ai piedi della roccia che evidenzia la passione di Cristo, vi è la fondazione di una nuova chiesa, un gruppo di santi martiri che presenziano al sacrificio di Cristo, tra i quali si possono distinguere san Giorgio col drago morto, san Lorenzo con la graticola, e san Thomas Becket la cui testa è trapassata da una spada. A destra della roccia si vede la figura inginocchiata di San Girolamo affiancato dal leone, il quale vivendo da eremita nel deserto diede il suo cuore a Cristo (sul piatto si trova un cuore col monogramma di Cristo) ed è l'immagine del martirio del corpo senza spargimento di sangue.

La Vergine riceve la corona del martirio dalle mani di San Bernardo ed i due cuori trafitti da una spada si riferiscono alla famosa espressione: “O beata mater, animarum gladius pertransivit. Alioquin nonnisi eam pertransiens, carnem filii tui penetraret”  (In Dom. Oct. Ass., 14), qui accorciata in “Tuam ipsius animam.” Il motto finale sottolinea dunque il martirio spirituale patito dalla Madonna di fronte alla morte del Figlio parafrasando le Rivelazioni 17:6, “I suoi vestiti sono rossi del sangue del santissimo e della testimonianza di Gesù.”

Regina confessorum

La figura regale di Maria, adornata di scettro e corona, siede su un trono di nubi circondate da drappeggi sontuosi tenuti da due angeli.  

Ai suoi piedi si trovano diversi vescovi ed un re, che guardano con ammirazione e riverenza alla Madonna. Due figure attirano particolarmente: uno indossa l'abito domenicano, ed è probabilmente san Domenico che offrre una corona o un mazzo di rose. L'altra figura, vestita da semplice monaco, potrebbe essere san Francesco.

La rappresentazione è ispirata a Rivelazioni 4:10, "Essi cadranno dinnanzi a lui ed egli getterà via le loro corone."

Regina virginum

Maria è adorna come una vergine, con un giglio tra le sue mani e una corona di fiori sul capo, coi capelli sciolti come si conviene alle giovani donne.

Una corona di rose ed altre vergini circondano il ritratto di Maria, il tutto sormontato dall'agnello vittorioso che è risorto per dare la vita.  The Virgin Mary and all other virgins are following the Lamb as Revelation reminds us,

"Sono vergini quante seguono l'agnello ovunque egli vada" (Rivelazioni 14:4).

Regina sanctorum omnium

Maria è raffigurata come luna tra stelle più piccole ("Veluinter stellas luna minores"), col significato che essa è la più grande tra i santi. Quest'idea è rinforzata da un'altra iscrizione, "Super eminet omnes." Maria eccede in santità più di tutti gli altri santi.

La figura della Madonna è vestita regalmente ed è circondata da santi che offrono le loro corone in gesto di riverenza. Tra questi riconosciamo Noé, Pietro, Lorenzo, Agnese, Davide e sei santi non descritti. Un angelo sottostante offre la corona imperiale a Maria su un cuscino.

La santità preminente di Maria è sottolineata ancora una volta dalla frase, "Il monte della casa del Signore sarà il più alto di tutte le montagne" (Micah 4:1).